Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): stop consumo di suolo, subito nuova legge

“Siamo la quarta regione per consumo nel 2023 e primi per quello legato alla logistica. Applicazione disastrosa della normativa attuale”. L’assessora Lori: “Con al legge 24 decaduti migliaia di ettari che si sarebbero dovuti edificare”

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Serve, alla luce di un consumo di suolo finora inarrestabile in Emilia-Romagna “una profonda revisione normativa della legge urbanistica regionale”.

La richiesta è della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), al question time, la quale si rivolge alla giunta per una nuova norma “chiudendo, anche se ormai troppo tardi, tutte le porte e le scappatoie presenti nella legge urbanistica regionale e lasciate volutamente aperte dal legislatore regionale per favorire il consumo di suolo, quali, fra gli altri i procedimenti ex art. 53 della L.R. 24/17, cambiando radicalmente approccio, oppure se si preferirà continuare ad autoassolversi”. Cementificare “secondo la Regione non vuol mai dire mi dispiace” ha chiosato la consigliera. Gibertoni propone di modificare la legge 24, anzi “di scriverne tutti insieme una nuova”.

L’assessore Barbara Lori (Programmazione territoriale) ha risposto alla consigliera. “Le politiche della Regione sono volte a ridurre il consumo di suolo. Convertire il sistema economico territoriale, in base alla legge urbanistica, prevede tempi lunghi. E’ stata prevista la decadenza di potenzialità edificatorie. Uno studio, con le università di Parma e Bologna e con l’istituto dei Trasporti e della logistica, ha valutato 5 anni di attuazione della legge, in 226 su 330 comuni della regione. Dopo il periodo transitorio, nei 226 comuni sono decadute le previsioni di espansione per 15mila ettari, fissate da leggi precedenti, che non erano terminate entro i termini di legge. Con legge 24 si può consumare il 3% di territorio urbanizzato esistente”.

Giulia Gibertoni ha replicato: “A scuola dicevano che l’Emilia-Romagna è una pianura alluvionale. Questa regione fa storia a sé. La Regione è amica del cemento, è inclusiva del cemento. Fuori i fatti non cambiano”. La capogruppo del Misto sottolinea che “dai dati ISPRA del 2023 risulta che la Regione Emilia-Romagna è stata la quarta regione in Italia per consumo di suolo netto nel 2022 rispetto al 2021 con 635 ettari di suolo consumati. Sebbene con una lieve flessione rispetto all’incremento di suolo segnato nel 2021, pari alla spaventosa cifra di 713 ettari (tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna era stata la terza regione italiana per consumo di suolo), l’Emilia-Romagna si è confermata quarta a livello nazionale nel 2022 per incremento netto di consumo di suolo appunto con 635 ettari di suolo cementificato, senza alcuna diminuzione sostanziale, poiché, se si considera la serie storica degli incrementi annuali, il valore calcolato per il 2022 è superiore dell’8% alla media delle ultime sei annualità”. Il rapporto indica che la regione “è in cima alla classifica per il consumo di suolo legato alla logistica nel 2021-2022, che è stato quantificato in 126 ettari e si tratta, per il periodo 2006-2022, del 7,7% del totale del suolo consumato e basti citare come esempi il polo logistico di Lippo di Calderara di Reno (BO), con 16 ettari cementificati, il polo logistico di Medesano (PR) con 32 ettari cementificati e il polo logistico di Valsamoggia (BO) con 10 ettari cementificati“.

Una situazione che incide sugli eventi meteorologici estremi: nell’ultimo anno “l’incremento di suolo artificializzato ricadente in aree a pericolosità idraulica media (MPH) raggiunge in valore assoluto i 917,6 ettari, dei quali ben 433,1 ettari ricadrebbero in Emilia-Romagna”. In regione, continua Gibertoni, anche se non è dimostrata la relazione tra consumo di suolo e dinamiche demografiche, questo “dimostra la responsabilità dei settori produttivi e degli enti pubblici, Regione e Comuni, a basare, ancora oggi, lo sviluppo economico del nostro territorio regionale sul consumo dei suoli agricoli e naturali”. Secondo la capogruppo, “il più volte richiamato e ampiamente pubblicizzato “stop al consumo di suolo” rimane nel campo delle buone intenzioni, contraddette incontrovertibilmente dai dati che ogni anno ci consegna ISPRA e l’applicazione disastrosa dell’attuale legge urbanistica regionale supera, in peggio (basti pensare ai poli della logistica che nella nostra regione pesano il doppio rispetto alla media nazionale) anche quella della già pessima legge urbanistica regionale precedente (la n. 20/2000)”.

(Gianfranco Salvatori)

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