Sanità e welfare

Assemblea: al via i lavori dell’Intergruppo natalità

Durante la prima riunione del gruppo, coordinato da Carla Ludovica Ferrari (Pd) e Elena Ugolini (Rete civica), è intervenuto l’esperto di statistica e demografia Gianluigi Bovini, che ha fatto il quadro dei cambiamenti della popolazione emiliano-romagnola dal Secondo dopoguerra a oggi

Come è cambiata la popolazione in Emilia-Romagna? A quale temperatura è arrivato l’inverno demografico? Quali sono le zone in maggiore sofferenza e quelle, invece, in cui le culle continuano a riempirsi con maggiore frequenza?

Ospite della prima riunione dell’Intergruppo natalità dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Gianluigi Bovini, statistico e demografo di livello nazionale, che ha svolto una lezione a tutto tondo su come è cambiata la demografia tra Piacenza e Rimini, tra il Po e l’Adriatico.

“Abbiamo deciso di iniziare i nostri lavori ascoltando uno dei massimi esperti di demografia come Gianluigi Bovini: questo ci porta a parlare di evoluzione demografica e non di emergenza demografica. Informazioni come quelle raccolte oggi sono molto utili a chi deve decidere le politiche pubbliche. Il nostro lavoro ha già un nuovo appuntamento: il 21 luglio prossimo quando incontreremo l’assessora alla Scuola, Isabella Conti, per cominciare a ragionare sulle nuove norme regionali in materia”, spiega Carla Ludovica Ferrari, consigliera regionale del Partito Democratico, che, insieme alla collega di Rete civica Elena Ugolini, coordina l’Intergruppo natalità a cui hanno aderito consiglieri regionali, rappresentanti di varie forze politiche e di tutte le province, che si occuperà di approfondire una strategia per affrontare le grandi sfide del futuro.

“È giusto partire dalla realtà e per questo abbiamo chiesto a Bovini di fornirci dati e analisi. Nel 2008 in Emilia-Romagna erano nati 41.911 bambini e bambine, nel 2023 le nuove nascite sono state poco più di 29.000, ovvero in meno di 15 anni abbiamo avuto un calo del 30%. Il numero medio di figli per donna ha toccato la soglia di 1,22, poco sopra la media nazionale, con picchi al ribasso nei piccoli centri, in quelli Appenninici e di collina”, spiega Elena Ugolini, che ricorda come “la crisi demografica è una delle crisi più complesse perché non è solo una questione sociale ed economica, ma anche culturale”. “L’Emilia-Romagna – puntualizza – vuole essere una regione in cui la genitorialità sia valorizzata e sostenuta in tutte le politiche. L’Emilia-Romagna vuole essere una Regione in cui mettere al mondo un figlio non rappresenti un ostacolo, ma un’opportunità. Non dimentichiamoci che in Italia la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà dopo la perdita del lavoro. Il dato economico e sociale non potrà che influire sulla dimensione culturale”.

Scorrendo i numeri forniti nei vari studi di Gianluigi Bovini e nei più recenti censimenti si capisce che il tema natalità riguarda anche l’Emilia-Romagna.

Guardando la carta geografica della regione, si vede che le maggiori fragilità demografiche si registrano nella sezione occidentale dell’Appennino emiliano: nelle province di Piacenza e Parma il processo di spopolamento dal 1951 a oggi si è manifestato con drammatica intensità e il rapporto quantitativo fra le generazioni è molto sbilanciato, con indici di vecchiaia che in alcuni comuni superano il valore di 500 anziani per ogni 100 giovani. Criticità demografiche accentuate si registrano anche nella montagna di crinale forlivese, cesenate e riminese. I territori con le situazioni relativamente migliori sono l’Appennino bolognese, che rappresenta una parte significativa della città metropolitana di Bologna, e alcuni comuni montani nelle province di Modena e Reggio Emilia.

(Luca Molinari)

Sanità e welfare