Indagare sugli effetti dell’inquinamento provocato dall’inceneritore. A chiederlo con un’interrogazione a risposta orale in commissione sono i consiglieri di Fratelli d’Italia Ferdinando Pulitanò, primo firmatario, e Annalisa Arletti.
“Dal primo gennaio al mese di maggio 2020 le tonnellate di fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue urbane conferite all’inceneritore Hera di Modena ammontano a 285. Questo genere di rifiuto – spiegano i consiglieri – particolare per i rischi connessi all’emissione in atmosfera, a seguito della combustione di numerosi metalli, è una novità nella tipologia sempre più ampia dei rifiuti conferibili all’inceneritore di Modena. Hera avrebbe voluto estendere anche ai fanghi derivanti della depurazione delle acque industriali l’elenco dei rifiuti conferibili, ma Arpae, valutandone i rischi e il bilanciamento rischio beneficio connesso all’incenerimento, non ha autorizzato. Anche l’autorizzazione ad incenerire fanghi di depurazione di acque ha sollevato alcune perplessità da parte di Arpae che a due richieste sollevate da Hera nel 2019 ha vietato il conferimento poiché non venivano fornite adeguate garanzie. Secondo il recente rapporto di Legambiente “Mal’Aria di città 2024“ – continuano – Modena è la prima provincia in regione per concentrazioni di PM10, e anche per il biossido di azoto, Modena veste la maglia nera a livello regionale, registrando una concentrazione media di 27 mg/mc”.
“Alla luce dei recenti dati sullo smog nel modenese, si ritiene indispensabile trovare nuove soluzioni che possano contribuire ad un sostanziale miglioramento dei valori attualmente registrati – i consiglieri chiedono – se sia al corrente dei dati presentati nella suddetta interrogazione e se non ritenga opportuno con l’introduzione dei fanghi tra i rifiuti da bruciare quantitativo, con l’aumento di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in ingresso anche speciali di derivazione industriale, indagare sugli effetti dell’inquinamento provocato dall’inceneritore di Modena”.
(Giorgia Tisselli)