“Fare chiarezza sulle responsabilità effettive di ciascun soggetto aderente al protocollo di intesa della rete regionale per la conservazione e la tutela delle tartarughe marine, in merito alla gestione delle tartarughe marine morte rinvenute”.
E’ la richiesta principale che Marco Fabbri (Pd) rivolge all’esecutivo regionale sul tema della gestione delle tartarughe marine morte rinvenute sugli arenili.
Ricordando le normative comunitarie e le deliberazioni della Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, Fabbri sottolinea l’istituzione del SIC marino (sito di importanza comunitaria) nella zona al largo del delta del fiume Po e adiacente all’analoga zona in territorio veneto dove, “tra i fondamentali obblighi e divieti specifici per la tutela del sito stesso e delle specie in esso presenti, vi sono, a titolo di esempio: l’obbligo di comunicare il rinvenimento di esemplari di tartarughe marine e tursiopi morti, feriti o vivi, ma in difficoltà, alle capitanerie di porto territorialmente competenti o ai centri di recupero autorizzati”.
Fabbri informa poi come “nella stagione estiva 2023, sulle coste del comune di Comacchio in cui ricade prevalentemente l’area naturale protetta si è verificato un aumento degli spiaggiamenti di esemplari di caretta caretta” e come le associazioni sottoscrittrici del protocollo d’intesa promosso dalla Regione sulla “conservazione e la tutela delle tartarughe marine, si sono occupate delle attività di conferimento delle carcasse della tartarughe marine spiaggiate agli Istituti zooprofilattici territorialmente interessati, pur in assenza di una specifica attribuzione normativa di tale ruolo”.
Stante la situazione delineata, testimoniata anche dallo stanziamento annuale del comune di Comacchio di 5 mila euro in favore delle associazioni che da anni si impegnano nella rimozione delle tartarughe morte, il consigliere dem chiede chiarezza “sulle responsabilità effettive di ciascun soggetto aderente al protocollo di intesa della rete regionale per la conservazione e la tutela delle tartarughe marine” e sollecita la compartecipazione “anche attraverso il parco del Delta del Po, alle spese per la raccolta e il conferimento degli esemplari agli istituti zooprofilattici al fine di proseguire le attività di indagine che permettono di aumentare il grado di conoscenza della specie e delle sue condizioni nei nostri ambienti”.
(Luca Boccaletti)