Parità, diritti e partecipazione

Montalti (Pd): identifichiamo i “morti senza nome” nella nostra regione

Sono 26 i cadaveri non identificati in Emilia-Romagna, 1.840 in tutta Italia. Ci vuole un protocollo d’intesa tra Asl e Università, come già sperimentato in Lombardia

Lia Montalti
Lia Montalti (Pd)

In Italia sono 34.562 le persone scomparse, per una stima di circa 1000 persone ogni anno; i morti senza nome sono 1.840 in tutta Italia, di cui 26 in Emilia-Romagna.

In Lombardia già dallo scorso anno hanno avviato forme di collaborazione tra Asl e Università per aiutare nell’identificazione dei corpi ritrovati a seguito di decessi in ospedale o non legati a ipotesi di reato. Lia Montalti (Pd) cita, in un’interrogazione alla Giunta, il Protocollo d’intesa sottoscritto nel marzo 2015 dal Commissario del governo per le persone scomparse, con la Prefettura di Milano, le cinque procure della Repubblica, la Regione, il Comune, l’Università di Milano e le Asl.

La consigliera chiede quindi alla Regione se sia possibile attuare anche qui un Protocollo tra Asl e il dipartimento di Scienze medico forensi, utile per la raccolta ed elaborazione dei dati post e ante-mortem delle persone scomparse e per creare un circuito informativo comune a tutti i soggetti competenti. A fronte dei dati rilevati, la consigliera chiede anche di sapere se esistano già modalità di collaborazione simili per la comparazione di dati tra scomparsi e morti senza nome. Bisogna incoraggiare, secondo Montalti “tutte quelle pratiche utili a aumentare le identificazioni per dare così un nome ai cadaveri senza identità”.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al linkhttp://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)

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