Sanità e welfare

WELFARE. SERVIZIO INFANZIA O-3 ANNI, AL VIA IN COMMISSIONE L’ITER DI RIFORMA

Al centro del progetto di legge i nuovi criteri per la realizzazione e gestione dei servizi educativi per la prima infanzia. Introdotto l’obbligo delle vaccinazioni.

 La commissione Cultura scuola formazione, presieduta da Giuseppe Paruolo, ha iniziato l’esame del progetto di legge “Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della legge regionale 1/2000“, predisposto dalla Giunta regionale.
“Questa legge – ha sottolineato la vicepresidente Elisabella Gualmini illustrando il provvedimento – mette al centro i bambini come soggetti di diritti individuali giuridici, civili e sociali e mira ad andare incontro alle nuove esigenze delle famiglie, ferma restando l’opzione fondamentale sulla qualità dei servizi da offrire ai nostri bambini”.

Uno dei tasselli della riforma, che recepisce tra l’altro le norme nazionali sulla “Buona scuola” (L.107/2015), è quello di delineare un sistema integrato e un’offerta diffusa di servizi educativi per la prima infanzia con l’obiettivo di garantire una pluralità di offerte. Il nido d’infanzia è il principale servizio educativo, con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie. I gestori potranno “individuare moduli organizzativi differenziati rispetto ai tempi di apertura dei servizi”. Il testo indica poi i servizi educativi integrativi al nido, si tratta di quattro tipologie: spazio bambini, centri per bambini e famiglie, servizi domiciliari, servizi sperimentali.

I servizi potranno essere gestiti da comuni o da altri soggetti pubblici e da privati: “una rete larga – ha detto Gualmini – purché si rispettino gli standard previsti”.  Gli stessi servizi dovranno applicare forme di contribuzione differenziata, in relazione alle condizioni economiche delle famiglie.
I Nidi e i servizi integrativi aziendali beneficiari di finanziamenti pubblici dovranno essere aperti anche ai bambini del territorio e non solo ai figli dei dipendenti. Per avere accesso ai servizi di tutta la rete sarà necessario per i bimbi aver assolto agli obblighi di vaccinazione. I servizi con finalità puramente ricreativa per bambini che ne usufruiscono solo occasionalmente (ad esempio i baby parking) invece dell’autorizzazione al funzionamento avranno l’obbligo di presentare la Sia (segnalazione certificata di inizio attività) comprendente l’autocertificazione del possesso dei requisiti relativi alla sicurezza e alla salute previsti dalla legge. Saranno i comuni a vigilare sull’idoneità e corretto uso di questi servizi che non potranno fornire pasti o tenere i bimbi per tutto il giorno. Previste inoltre le iniziative di conciliazione autonomamente attivate dalle famiglie (ad esempio elenchi di baby sitter qualificate), che non richiedono autorizzazione né requisiti, ma potranno essere sostenute dai comuni come iniziative di conciliazione.

L’apertura e la gestione di servizi educativi per la prima infanzia privati saranno soggette all’autorizzazione al funzionamento. Il sistema ampiamente sperimentato dal 2000 ad oggi, – ha detto l’assessore – si lascia invariato. Quindi l’autorizzazione è concessa dal comune nel quale sono ubicate le strutture, “sentito il parere della commissione tecnica distrettuale”. Tra i requisiti per ottenere l’autorizzazione anche l’applicazione al personale di contratti collettivi nazionali di settore sottoscritti con i sindacati e disporre di personale in possesso di laurea minimo triennale. Fulcro dell’accreditamento, che presuppone il possesso dei requisiti per l’autorizzazione, è un ulteriore gradino costituito dal percorso di valutazione della qualità, che richiede a servizi pubblici e privati (oltre ai requisiti per l’autorizzazione al funzionamento) dispongano di un progetto pedagogico della figura di un coordinatore pedagogico e l’adozione di strumenti di autovalutazione del servizio (il punto sarà oggetto di una futura direttiva della Giunta).
Gli elenchi dei servizi, finora tenuti a livello provinciale, inoltre, passeranno a quello regionale, alimentati dagli enti capofila di distretto. In conformità a quanto disposto dalle leggi regionali in materia, il sistema di vigilanza e sanzioni, in capo ai Comuni, rimane invariato rispetto a quanto previsto ed applicato in precedenza, fatti gli opportuni aggiustamenti a seguito dell’eliminazione della competenza in merito delle Province.  Compito dell’Assemblea legislativa sarà approvare indirizzi con i criteri generali di programmazione e ripartizione delle risorse per lo sviluppo, il consolidamento, ma anche la qualificazione dei servizi, nonché per il loro monitoraggio e valutazione e nei quali potranno essere previste indicazioni generali di riferimento per l’armonizzazione delle tariffe attualmente molto differenti sul territorio. Spetterà alla Giunta regionale il riparto delle risorse. Agli enti locali o loro forme associative andranno quelle per le spese correnti destinate a: gestione e qualificazione dei servizi, sostegno a figure di coordinamento pedagogico, formazione degli operatori e dei coordinatori pedagogici. Ai Comuni capoluogo saranno invece assegnate le risorse per il sostegno contributivo ai coordinamenti pedagogici territoriali. Le risorse per spese di investimento saranno erogate direttamente dalla Regione ai soggetti gestori, sentito il Comune interessato. Il sistema di autorizzazione al funzionamento, ampiamente sperimentato dal 2000 ad oggi, – ha detto Gualmini – si lascia invariato. E’ quindi confermata la competenza comunale alla concessione del provvedimento di autorizzazione. Per gli appalti di servizi il progetto di legge prevede l’aggiudicazione “a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa” valutata in base ad elementi di qualità della proposta e non sul prezzo più basso. Il testo proposto prevede tra l’altro una clausola valutativa per l’analisi e il controllo da parte dell’Assemblea legislativa dei risultati ottenuti dall’applicazione della norma stessa ogni tre anni.

Francesca Marchetti (Pd) relatrice di maggioranza ha, a sua volta, ripercorso i punti di forza del provvedimento che – ha sottolineato – assicura servizi di qualità e attenzione ai territori andando incontro ai bisogni delle famiglie. Fermi restando alcuni punti nodali, ad esempio l’obbligatorietà della vaccinazione, Marchetti ha dichiarato la disponibilità su eventuali emendamenti che dovessero arrivare nel corso di approvazione del provvedimento. Raffaella Sensoli (M5s), relatrice di minoranza, ha annunciato proposte di modifica su alcuni punti non condivisi. Ad esempio sull’accreditamento- ha detto- “abbiamo un altro concetto di semplificazione perchè l’autovalutazione rischia di abbassare la qualità dell’offerta”. Anche sui vaccini – ha aggiunto- “siamo contrari a questo metodo coercitivo, non è così che si tutela la salute dei bambini”. Tra l’altro Sensoli ha anche giudicato “insufficiente” il pur positivo inserimento nella norma della clausola valutativa: “servirà anche l’analisi dei costi e dei risultati conseguiti anche a livello dei rapporti di lavoro- ha chiarito-perché la qualità va misurata non solo in rapporto agli utenti ma anche rispetto agli operatori”.

Sul progetto di legge – ha annunciato il presidente Paruolo – la commissione ha convocato un’udienza conoscitiva per acquisire i pareri dei diversi portatori di interesse. L’udienza si terrà in Viale Aldo Moro giovedì prossimo, 22 settembre 2016 alle ore 10.00, presso la sala Polivalente “Guido Fanti” .

 

(Isabella Scandaletti)

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