Una manovra da 60 milioni di euro per sanità, ambiente, agricoltura e cultura. Prosegue in commissione Bilancio presieduta da Annalisa Arletti, la discussione sulla manovra estiva proposta dalla giunta composta da assestamento, Documento di economia e finanza regionale (Defr), Rendiconto 2024 e Refit.
L’assestamento 2025 è una manovra da 60 milioni di euro di cui 33 per la sanità, 11,7 milioni per le nuove imprese, 2,5 milioni per sostenere i settori agricoli in difficoltà – come la coltivazione della patata, del riso e della barbabietola e per la promozione della pera Igt -, 5 per l’ambiente, 4,2 per il turismo, 4,1 per i grandi eventi sportivi e 2,9 per la cultura.
“Si tratta di un assestamento solido, che fa seguito al Bilancio approvato a fine marzo di cui prosegue l’impegno politico di tenere insieme sviluppo economico e coesione sociale a partire dalla sanità pubblica che è sottofinanziata dal governo. Questa è la fotografia dell’Emilia-Romagna, una Regione che prende per mano la comunità e opera per tutelarla, pensando in primo luogo alla parte più fragile come dimostrano l’impegno per sanità e welfare”, spiega il relatore di maggioranza Fabrizio Castellari (Pd), mentre il relatore di minoranza Fausto Giannella (FdI) sottolinea i ritardi della Regione: “Si critica il governo sul tema sanità dimenticandosi che ha aumentato le risorse per la sanità, ma -spiega- la Regione non riesce a razionalizzare la spesa e a migliorare i servizi a partire dalla sanità. La Regione con il Bilancio 2025 approvato a marzo ha aumentato le tasse regionali e introdotto ticket sanitari: la Corte dei Conti è stata critica e abbiamo paura che anche in futuro ci sia un aumento delle tasse regionali e dei ticket in sanità. Questo assestamento fa solo piccoli ritocchi, con risorse per l’agricoltura che non sono sufficienti per affrontare i problemi del settore. Una Regione che tante eccellenza dovrebbe tutelare, viviamo ancora il dramma del post alluvione dove restano tanti problemi”.
L’assestamento ha come cornice il Defr (Documento di programmazione economica e finanziaria) e il Refit. “Una società con regole chiare e al passo con i tempi è una società più coesa, più sicura. Per questo serve tenere sempre aggiornata la nostra legislazione e anche quest’anno il Refit porterà a una semplificazione legislativa che nello specifico interessa 19 leggi regionali. Le rendiamo più chiare e più semplici per una pubblica amministrazione sempre più vicina al cittadino”, spiega la relatrice del Refit Simona Lembi (Pd). Per il relatore di minoranza Nicola Marcello (FdI), invece, il Refit “recepisce normative europee per aggiornare la legislazione regionale e migliorare la vita dei cittadini; una volta tanto ringraziamo l’Unione europea che ci invita a un’opera di sburocratizzazione. La Regione Emilia-Romagna ha da tempo intrapreso una via di sburocratizzazione, ma in questa Regione non esiste ancora un modo stabile per applicare il Refit e tutto dipende dalle decisioni della giunta. Il Refit regionale ha bisogno di un salto di qualità. Sulla sanità il governo Meloni ha aumentato le risorse a disposizione del servizio sanitario”.
“La Regione Emilia-Romagna grazie alle proprie politiche pubbliche affronta l’attuale difficile situazione con fondamentali buoni: viviamo una situazione difficile tanto a causa del contesto internazionale segnato da guerre, dazi Usa e problemi dei debiti pubblici e privati, quanto nazionale, a causa della mancata volontà del governo di intaccare antichi privilegi per trovare le risorse necessarie a garantire i servizi pubblici per i cittadini”, sottolinea il relatore di maggioranza del Defr Daniele Valbonesi (Pd), mentre il relatore di minoranza Alberto Ferrero (FdI) ricorda come “i numeri dimostrano come l’economia dell’Emilia-Romagna sia in crisi, a partire dall’agricoltura e dall’edilizia. Occorrono azioni coraggiose per ridare fiato all’economia, ma questa Regione opera in maniera troppo ideologica, a partire dall’idea che solo l’energia prodotta da fonti rinnovabili vada valorizzata, e da una visione talebana dell’ambiente”.
“Sì tratta di un assestamento solido, a tutela della sanità pubblica. Siamo al lavoro da tempo anche su altri temi che dimostrano come la nostra Regione sia leader a livello europeo per nuove tecnologie e welfare”, spiega Maria Costi (Pd), mentre Priamo Bocchi (FdI) invita la Regione a spendere meglio le risorse che ha già a propria disposizione.
“Il governo aveva annunciato che non ci sarebbero più stati medici a gettone, ma così non è stato”, spiega Ludovico Albasi (Pd). “Gli atti parlano chiaro: la Corte dei Conti ha parificato il bilancio regionale e questo vuol dire che è un bilancio in ordine”, spiega Paolo Calvano (Pd) che ricorda come per assicurare la tenuta del servizio sanitario regionale non basta che il governo aumenti in assoluto le risorse se queste continuano a essere insufficienti: “Se 14 Regioni italiane hanno problemi con i conti della sanità la colpa non è delle Regioni, ma è un tema nazionale”.
“Calvano ha ragione, ma la Corte dei Conti ha anche indicato criticità e possibili interventi “, spiega Elena Ugolini (Rete civica). “Il Veneto ha una sanità migliore della nostra, ammettiamolo e smettiamo di dire sempre che siamo i migliori, perché così si deraglia. Occorre lavorare sull’efficienza della spesa, specie nel settore sanitario, e bisogna superare un approccio frutto di ambientalismo ideologico”, sottolinea Alberto Ferrero (FdI).
La commissione Bilancio ha anche approvato l’assestamento di bilancio dell’Assemblea legislativa che è stato presentato dalla consigliera questore Marcella Zappaterra e i cui tratti salienti sono il completamento dell’arredo della nuova Biblioteca, anche con l’acquisto di un nuovo impianto audio-video (170mila euro), interventi per il potenziamento dei servizi informatici (165mila euro) e la restituzione di 767.700 euro alla giunta per attività amministrative della Regione.
(Luca Molinari)