Entro l’estate una nuova legge regionale contro l’infiltrazione delle mafie ed entro il 2015 un Testo unico sulla legalità, che riunisca le leggi contro la criminalità organizzata e le norme su appalti, edilizia, logistica-facchinaggio. E’ quanto emerso dall’audizione dellle associazioni e dei soggetti interessati alla revisione della L.r. 3/2011 (Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile) che si è svolta oggi in commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli. Nelle settimane scorse è stato scelto come testo base quello proposto dalla Giunta, a cui è stato abbinato il progetto di legge presentato dai cinque consiglieri del Mov5stelle. Antonio Mumolo (Pd) e Silvia Piccinini (M5s), relatori di maggioranza e di minoranza, hanno illustrato gli obiettivi dei documenti in discussione.
Nell’audizione è intervenuto un rappresentante dell’associazione Libera, che ha definito “importanti e opportune la valorizzazione dell’Osservatorio regionale e la formalizzazione di una Consulta nella quale condividere le conoscenze e i progetti per la riduzione del danno provocato dall’economia criminale”.
Un rappresentante dell’Osservatorio Antimafia di Rimini ha affermato che si dovrà “definire con la massima precisione i compiti dell’Osservatorio, senza dilatarne oltremodo le competenze, anzi focalizzando l’attenzione sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna e nell’Italia del nord”; un secondo focus dell’Osservatorio “dovrebbe riguardare la sorte e il riuso dei beni confiscati”.
Un dirigente del Comune di Bellaria (Rn) ha richiamato l’esperienza ormai ventennale delle politiche per la sicurezza urbana, “sia sul lato dell’interpretazione scientifica dei fenomeni che per i progetti attivati sul territorio”, affermando trattarsi di “un modello replicabile anche al contrasto dei fenomeni mafiosi, senza dimenticare che l’innalzamento della qualità della vigilanza urbana, avvenuto fra la fine dei Novanta e il primo decennio del secolo, è avvenuto anche grazie a cospicui finanziamenti regionali”.
Dalla Cgil Emilia-Romagna due sottolineature sulla questione dei beni confiscati e sequestrati e sulla concreta applicazione della Legge Anticorruzione (190/2012): alla Regione si chiede “di agire a supporto delle azioni ‘a rete’ che i piccoli Comuni devono per forza attivare, se non si vuole che la norma anticorruzione decada a adempimenti formali senza effettivo impatto”. Inoltre, “nel territorio regionale risultano 1.059 beni confiscati nell’ultimo quadriennio, ma solo il 3,8% è arrivato a un uso pubblico e sociale: l’Osservatorio dovrà fornire notizie puntuali sulle caratteristiche di questi beni (tipologia, localizzazione, potenzialità) spesso sconosciuti alle stesse autorità locali”.
Intervenendo nel dibattito, l’assessore alla Cultura e legalità, Massimo Mezzetti, ha precisato che non basterà la pur necessaria revisione della L.r. 3/2011: “Si tratta di rendere più efficace l’Osservatorio e di prevedere una Consulta in grado di contribuire all’azione regionale nel contrasto alla criminalità economica”. Ma la Giunta avverte “l’esigenza di procedere a una razionalizzazione complessiva delle disposizioni legislative, associando quelle contro la mafia e per la cultura della legalità alle norme sugli appalti, a quelle sul facchinaggio. L’obiettivo- ha detto l’assessore- è quello di arrivare alla revisione della L.r. 3/2011 entro l’estate, istituendo immediatamente la Consulta, a cui andrebbe affidato un ruolo cruciale nell’armonizzazione delle norme in vista di un Testo Unico sulla legalità da portare in Aula entro la fine del 2015”.
Un esponente dell’Associazione ‘Finanzieri cittadini e solidarietà’ ha ribadito l’importanza dell’Osservatorio “non solo quale strumento funzionale alla raccolta e al monitoraggio dei dati e delle informazioni, ma anche come stimolo per gli enti locali e le istituzioni e utile presidio di legalità in grado di infondere fiducia nei cittadini”. Quanto alla Consulta, “appare importante intervenire sulle imprese poste sotto sequestro, al fine di garantire la continuità operativa a tutela dei lavoratori”. Infine, “la Regione dovrebbe valorizzare di più la rete di cooperative sociali nate per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile attraverso la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.
Il progetto di legge della Giunta si sviluppa in quattro articoli. Punta a rafforzare l’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso: uno strumento necessario nella lotta alla criminalità organizzata, in grado di selezionare ed evidenziare i fattori locali, i segnali anticipatori della penetrazione della criminalità organizzata all’interno della società civile. All’Osservatorio regionale si chiede di garantire il costante monitoraggio delle iniziative sviluppate attraverso la legge, integrare le fonti informative esistenti sul tema del crimine organizzato e mafioso e su altri fenomeni ad esso connessi, predisporre rapporti conoscitivi e ulteriori conoscenze, anche in raccordo con il Centro di documentazione di cui all’articolo 15 della L.r. 3/2011, da mettere a disposizione della Giunta e di tutta la comunità regionale. Inoltre, all’Osservatorio regionale, in collegamento con gli osservatori locali, viene demandata la funzione di analizzare ed individuare temi rilevanti ed emergenti collegati al fenomeno del crimine organizzato e mafioso e verso cui esiste una particolare sensibilità sociale, da sottoporre all’attenzione di una “Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità”, con funzioni propositive e consultive. Verrà inoltre convocata una Conferenza regionale sulla legalità, anche per coordinare al meglio gli interventi di prevenzione, nonché le azioni finalizzate al sostegno degli Enti Locali destinatari dei beni confiscati. Concludendo l’audizione, Antonio Mumolo (Pd) ha preannunciato che l’impulso del gruppo Pd ai lavori della costituenda Consulta, di cui faranno parte tutti i capigruppo assembleari, “andrà nella direzione di redigere, possibilmente entro l’anno, un testo unico sulla materia, al fine di armonizzare la legislazione regionale in essere, a legislazione nazionale invariata, e di inserire importanti norme, recependo le indicazioni delle associazioni presenti, riguardo alle imprese sequestrate e ai beni confiscati”.
Il progetto di legge presentato dal Movimento 5 stelle, prima firmataria Giulia Gibertoni, si compone di 6 articoli. Illustrati da Silvia Piccinini e Andrea Bertani (M5s), le differenze più significative rispetto al testo della Giunta attengono alla costituzione di parte civile in tutti i processi aventi come oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa; la norma in vigore lascia ampia discrezionalità alla Giunta regionale, mentre la formulazione proposta dal M5s prevede un automatismo, imponendo alla Giunta di costituirsi in giudizio “ogni qualvolta si inizino processi aventi ad oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa, riguardanti il territorio regionale”. I proventi degli eventuali risarcimenti, scaturenti dalla costituzione in giudizio, viene stabilito siano destinati alle azioni finalizzate al recupero dei beni confiscati. Si propone poi una “Conferenza sulla legalità”, a composizione paritetica fra enti locali, associazioni e parti sociali, da convocarsi almeno due volte in ogni legislatura regionale. Quanto all’Osservatorio regionale, dovrebbe essere incardinato presso l’Assemblea legislativa e non presso la Giunta, per rafforzarne la funzione di terzietà e di piena rappresentanza della società regionale.
(rg, lg)