Imprese lavoro e turismo

L’Aula approva risoluzione Rete civica contro i maxiappalti

L’atto di indirizzo politico presentato da Marco Mastacchi (Rete Civica), approvato in forza di emendamenti del Pd, mira a garantire trasparenza e concorrenza negli appalti pubblici

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Abbandonare la pratica dei maxi appalti. A proporre questa risoluzione alla giunta è Marco Mastacchi (Rete Civica), il quale prende a esempio le procedure attuate dalla Città Metropolitana di Bologna e dalla Protezione civile per manutenzione di strade, ponti e ciclabili e lavori finalizzati alla sicurezza territoriale

Con i maxi appalti disposti da tali enti -ha illustrato l’atto di indirizzo politico il collega di gruppo Simone Pelloni- “si sono evitate gare che avrebbero consentito un coinvolgimento aperto e concorrenziale degli operatori economici: la procedura con un unico operatore economico, pur disciplinata, finisce per premiare i grandi gruppi industriali o comunque le grosse concentrazioni imprenditoriali con l’inevitabile conseguenza di favorire aggregazioni innaturali e improvvisate, nella ricerca esasperata di dimostrare elevati requisiti di carattere economico, non certo alla portata di imprese che, seppur altamente qualificate e specializzate, sono di limitate dimensioni finanziarie”.

Invece di tale tipologia di appalti, Rete Civica ribadisce come sia di fondamentale importanza per il nostro tessuto economico “tutelare le piccole e medie imprese del territorio sulle quali non si può scaricare il costo della competizione, che di fatto genera un ulteriore aumento dei divari sociali”. Per il capogruppo “la suddivisione in lotti degli acquisti pubblici, chiaramente facilita l’accesso delle piccole e medie imprese, sia quantitativamente che qualitativamente, e dividere i contratti in lotti e dunque aprire la strada alla partecipazione delle piccole e medie imprese, amplia la competizione, che è benefica per le stazioni appaltanti”.

Il Pd, per mezzo del consigliere Stefano Caliandro, si è detto favorevole allo spirito della risoluzione proposta con alcuni emendamenti di natura tecnica, “anche perché -ricorda Caliandro- il documento non apporta nulla di particolare alle posizioni già prese e praticate dalle politiche regionali”.

(Luca Boccaletti)

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