Ambiente e territorio

Zamboni (Europa verde): alluvione, coinvolgere esperti

La consigliera chiede di rivolgersi al Centro italiano per la riqualificazione fluviale riguardo alla messa in sicurezza idraulica degli ecosistemi fluviali regionali. La vicepresidente Priolo: “Non escludiamo un coinvolgimento. In passato abbiamo già collaborato con Cirf”

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Coinvolgere gli esperti del Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf) per la pianificazione, nell’ambito della ricostruzione post alluvione, degli interventi di messa in sicurezza idraulica degli ecosistemi fluviali regionali, anche al fine di meglio prevenire e gestire in futuro i danni da allagamenti. Lo chiede con un’interrogazione a risposta immediata in Aula Silvia Zamboni (Europa Verde) alla luce “delle indicazioni contenute nel rapporto della Commissione tecnico-scientifica che confermano l’importanza di restituire maggiore spazio vitale non edificato ai fiumi e di predisporre nuovi piani di gestione del verde fluviale”.

“La programmazione di un’attenta manutenzione forestale e vegetazionale, sia in montagna sia in pianura -ha spiegato la consigliera- può contribuire in maniera importante a contrastare il rischio alluvioni. In particolare, la vegetazione spondale aiuta a ridurre l’energia dell’acqua, contribuendo così a ridurre la violenza delle piene. Il frazionamento di competenze sulla gestione del reticolo idrografico regionale di fatto complica la programmazione coordinata dei lavori di messa in sicurezza idraulica e di manutenzione dei corsi di acqua. L’obiettivo primario del Cirf è incidere sulla normativa e sulle scelte politiche e gestionali che impattano sull’equilibrio degli ecosistemi fluviali e dunque è auspicabile un suo coinvolgimento”.

Ha risposto la vicepresidente Irene Priolo: “Già in passato abbiamo collaborato con Cirf, che ha esperti molto qualificati, per definire le linee guida della ridefinizione dei corsi fluviali. Non posso escludere che con loro ci confronteremo nuovamente ma dobbiamo seguire le regole dei piani speciali che prevedono con chi consultarci. Cirf elabora progetti di portata internazionale e un confronto non lo negheremo”.

La consigliera si è detta soddisfatta: “Bene riconoscere il lavoro e le competenze di Cirf. Mi soddisfa che il canale di collaborazione sia aperto. Nella fase di ricostruzione occorre un approccio nuovo nella gestione degli ecosistemi fluviali. Non si può ricostruire tutto come prima visto che i tempi di ritorno di questi eventi si sta purtroppo restringendo”.

(Lucia Paci)

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