Parità, diritti e partecipazione

Cavalieri: permesso di soggiorno a detenuti stranieri

Le raccomandazioni del garante Roberto Cavalieri presentate al termine di un ciclo di incontri promossi con il provveditorato dell’amministrazione penitenziaria: “Sappiamo che alcuni detenuti sono stati condizionati da frasi del tipo ‘è inutile chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, non te lo daranno mai’”

0
5
Roberto Cavalieri

I detenuti stranieri non devono essere ostacolati nel percorso per ottenere il permesso di soggiorno. Il monito arriva dal garante regionale dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri.

“Le informazioni che circolano – spiega Cavalieri – non sempre sono corrette. Sappiamo che alcuni detenuti stranieri sono stati condizionati da frasi del tipo ‘è inutile chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, non te lo daranno mai’. Inoltre, sussistono difficoltà a reperire i documenti negli uffici anagrafici e c’è poca chiarezza su quelli che sono i reati che non consentono di presentare la richiesta”.

“Prima di tutto – sottolinea il garante – il detenuto deve essere seguito e supportato nel percorso di richiesta del permesso di soggiorno, deve essere informato sulle procedure corrette da seguire e deve essere aiutato nel reperire tutta la documentazione utile alla compilazione della domanda (anche rispetto ai legami familiari in Italia). Serve, poi, un particolare sostegno a chi ha diritto alla protezione internazionale, strumento che può consentire al detenuto di scontare la pena nello stato in cui soggiornano i familiari. Inoltre, occorre attivare forme di coordinamento fra le direzioni carcerarie, gli uffici immigrazione delle questure e gli uffici anagrafe comunali”.

Il garante regionale, infine, rileva che alcune categorie di detenuti necessitano di particolari tutele: “Bisogna prevedere corsie preferenziali per i detenuti affetti da patologie che non possono essere adeguatamente curate nel paese d’origine, per chi ha commesso reati prima dei diciotto anni d’età, per quelli che hanno diritto, anche con un decreto di espulsione, a un programma di protezione internazionale – in questi casi vanno evitati contatti con le autorità dei paesi d’origine. E, infine, per chi è stato costretto a commettere un reato dai trafficanti di esseri umani”.

Il tema è stato trattato in un ciclo di tre incontri promossi da Roberto Cavalieri, con la collaborazione del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, allo scopo di coinvolgere tutti gli attori interessati. Su proposta del garante è in fase di ultimazione la redazione di un documento con le raccomandazioni rivolte a tutti i soggetti coinvolti.

Fotogallery

(Cristian Casali)

Parità, diritti e partecipazione

NO COMMENTS