COMUNICATO
    Ambiente e territorio

    Caccia. Via libera alla proroga del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023

    Voto favorevole della commissione Politiche economiche al documento di riferimento per la predisposizione dei programmi annuali di gestione degli Ambiti territoriali di caccia e delle aziende venatorie

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    Via libera dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, alla proroga della validità del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023, la disciplina di riferimento per la predisposizione dei programmi annuali di gestione degli Ambiti territoriali di caccia e delle aziende venatorie.

    Il piano riguarda, in particolare, l’individuazione dei comprensori faunistici e delle specie di fauna selvatica di cui deve essere curato l’incremento naturale o la re-immissione, la destinazione a uso faunistico-venatorio del territorio agro-silvo-pastorale regionale e il limite minimo di superficie da destinare alle zone di protezione, i criteri per l’individuazione dei territori da destinare ad aziende faunistico-venatorie r aziende agri-turistico-venatorie, i criteri per l’individuazione dei centri privati di riproduzione della fauna allo stato naturale nonché delle zone per l’addestramento e le prove di qualificazione dei cani da caccia.

    L’assessore ad Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi ha sottolineato: “Nel 2018 è stato fatto un buon lavoro sul Piano faunistico regionale e pensiamo che abbia ancora validità nei contenuti e negli obiettivi generali. Il lavoro di aggiornamento del piano, che dovrà tenere conto della peste suina africana, è iniziato e nel 2024 indiremo la gara per la revisione del Piano venatorio. Con questo atto proponiamo di prorogarlo per due anni, fino alla fine del 2025. A gennaio dovremo confrontarci sul regolamento per la gestione degli ungulati: abbiamo raccolto osservazioni dagli stakeholder e aspettiamo il parere di Ispra. L’iter dovrebbe concludersi prima dell’inizio della primavera”.

    I tecnici del settore hanno aggiunto che la mancata proroga non produrrebbe effetti sino al 31 gennaio ma potrebbe esporre al rischio di contenziosi, venendo a mancare i presupposti per i calendari venatori delle annualità successive.

    Massimiliano Pompignoli (Lega) ha osservato: “Non aver aggiornato i dati all’interno del Piano negli ultimi 5 anni equivale a non voler modificare nulla. Il piano era già molto limitativo rispetto all’attività venatoria e non aggiornare i dati complica la partita; le modifiche potevano essere fatte. Avere un aggiornamento a supporto anche del calendario venatorio per noi era necessario”.

    Per Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “siamo in una situazione di non pianificazione. Si sarebbe dovuti arrivare a questo appuntamento con già uno studio per il periodo successivo, con un piano venatorio vero. L’attività venatoria ha bisogno di continui aggiornamenti per la pianificazione”.

    Massimo Bulbi (Partito democratico) ha sottolineato: “Mettiamo in sicurezza l’attività venatoria per i prossimi due anni. Questo Piano è ancora valido in tutti i suoi aspetti: sia per l’attività faunistica venatoria, sia per l’agricoltura. Ora occorre vincere a livello nazionale la battaglia sul vincolo del parere Ispra ma sembra non ci sia la volontà di eliminare questo ostacolo”.

    (Lucia Paci)

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