Imprese lavoro e turismo

Gibertoni (Misto): serve un ‘telefono blu’ per la sicurezza sul lavoro

La capogruppo chiede l’istituzione di una piattaforma di segnalazione anonima che consenta a whistleblowers (chi segnala attività illecite) di denunciare le violazioni delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro

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“Verificare il rispetto delle norme di prevenzione, tramite controlli e iniziative di promozione, informazione, formazione e assistenza nei confronti delle aziende e delle figure della prevenzione aziendali e in generale dei lavoratori, destinando un particolare riguardo alla creazione di un canale di segnalazione anonima per i cosiddetti whistleblowers”.

Questa la proposta che Giulia Gibertoni (gruppo Misto) consegna alla giunta regionale in materia di sicurezza sul lavoro: “Pensando alle tute blu, dico che serve metaforicamente un ‘telefono blu’, da declinare come piattaforma digitale per segnalazioni totalmente anonime, che consentano l’intervento tempestivo nei luoghi di lavoro che ad esempio disattivano i dispositivi di sicurezza dei macchinari. Infatti, uno dei casi frequenti degli incidenti sul lavoro è quello che vede la rimozione dei meccanismi di protezione dei macchinari destinati proprio ad evitare incidenti sul lavoro proteggendo i lavoratori che le utilizzano, o che lavorano comunque nel loro raggio d’azione, così come la non osservanza di procedure tese ad evitare gli incidenti, circostanze queste quasi sempre ben note ai lavoratori delle stesse aziende che spesso non provvedono alla denuncia delle stesse per timore di ritorsioni o comunque di conseguenze sul loro rapporto di lavoro; in tutte queste circostanze potrebbe essere molto utile l’istituto del whistleblowing grazie al relativo obbligo di riservatezza dell’identità dell’informatore (whistleblower)”.

“L’Emilia-Romagna, assieme a Sicilia, Campania, Friuli Venezia-Giulia e Abruzzo, è una delle regioni che vede un continuo aumento delle morti sul posto di lavoro. I dati però come sappiamo sono incompleti perché l’INAIL si limita a registrare le denunce dei suoi iscritti e nulla sa dei lavoratori non in regola, quindi la statistica vera potrebbe essere molto peggiore di quella che conosciamo, che già è drammatica” spiega Gibertoni. “Per questo è fondamentale agire senza indugi e utilizzare anche strumenti a cui prima non si era pensato come ad esempio il whistleblowing, sia nelle imprese sopra i 50 lavoratori ma anche nelle imprese più piccole. In particolare in questo secondo caso, l’iniziativa deve partire dalla Regione, che dovrà affiancare al ‘telefono blu’ una campagna di informazione efficace, non si può più aspettare”.

Rispondendo alle sollecitazioni poste, l’assessore al bilancio, personale, patrimonio e rapporti con Ue Paolo Calvano ha chiarito che “le competenze in materia spettano al governo. Da par suo, la Regione ha provveduto ad aggiornare lo strumento di segnalazione di condotte illecite e protezione del segnalante per quanto compete tutti gli uffici di giunta e assemblea legislativa e dei soggetti in rapporto di collaborazione con essi”. Anche per la creazione di una piattaforma per la segnalazione anonima di atti illeciti nelle aziende con meno di 50 dipendenti, Calvano ha dichiarato la non competenza dell’ente regionale, mentre “nell’ambito del patto per il lavoro e per il clima, la Regione ha operato insieme alle organizzazioni di categoria per sensibilizzare su un tema estremamente grave”.

Giulia Gibertoni, a fronte delle risposte ottenute, si è quindi dichiarata “imbarazzata per una risposta di grande freddezza politica” e ha sottolineato come “la generale mancanza di azioni sul tema, ha fatto sì che nel nostro paese non sia presente neppure un corpus di dati da analizzare per capire fino in fondo la drammaticità del problema, dove si continua a morire a causa dell’arbitrio dei proprietari delle aziende che sacrificano la sicurezza al profitto.”

(Luca Boccaletti)

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