È stata respinta la risoluzione che impegna la giunta a “realizzare un albo o elenco pubblico di facile consultazione, anche tramite il proprio SPID (identità digitale), dal quale si possano verificare agevolmente le abilitazioni possedute da ciascun cacciatore”. La risoluzione è stata votata in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini. A favore hanno votato Lega e Rete Civica, contro Partito democratico, Italia viva e Lista Bonaccini.
Il capogruppo di Rete civica, Marco Mastacchi, autore della risoluzione, aveva anche considerato “che a seguito del decreto del 13 giugno 2023, relativo all’adozione del piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, la Regione dovrà individuare quali specie abbattere e in quali periodi dell’anno, affinché gli interventi di caccia siano più controllati e mirati per preservare l’equilibrio tra la fauna selvatica e gli ecosistemi”. In alcune province, ha detto, “ci sono problemi”.
Massimo Bulbi (Partito democratico) ha sostenuto che “il tema è semplice, ma non possiamo essere favorevoli alla risoluzione. Manca uniformità di comportamento negli Stacp di alcune province. Alcune si considerano indipendenti. E poi ci sono i comportamenti diversi delle Polizia provinciali. Dal 2004, anno di modifica delle regole per le agevolazioni della caccia in braccata o girata, in tutte le Province se il cacciatore non trova la propria abilitazione lo richiede perché ci sono le banche dati”.
Mastacchi ha replicato che “diversi cacciatori hanno problemi. La Regione dovrebbe avere un approccio globale in tutte le Province. Anche a Bologna stanno emergendo problemi. Problema di privacy non ce ne sono, sia per i cacciatori sia per gli organi di controllo. Il problema resta aperto e andrà affrontato”.
In particolare, Mastacchi aveva ricordato le “segnalazioni di cacciatori selecontrollori, abilitati intorno agli anni 2000, che oggi non vedono riconosciute tutte le loro abilitazioni a seguito di probabili errori amministrativi di trascrizione”. Il consigliere ricorda come “inizialmente l’abilitazione di selecontrollore per ungulati comprendeva anche l’abilitazione per la caccia in braccata e in girata, mentre successivamente sono stati previsti esami abilitativi specifici”. Serve chiarezza, ha continuato il consigliere, “sulle figure tecniche che operano sui piani di controllo e di rendere pubblico chi ha l’abilitazione di selecontrollore per ungulati e del prelievo in braccata e girata”.
(Gianfranco Salvatori)